Sto ascoltando un disco, vecchio di quarantaquattro anni. D’accordo, le sinfonie di Beethoven sono più vecchie e non è un problema.
Il problema è ricordare un giorno di circa quarantaquattro anni fa. Un gruppo di ragazzei era solito venire a trovarci all’istituto Don Gnocchi, dove studiavo.
Un giorno alcunei di loro mi portarono in giro. Non conoscevo nulla di Milano, non so dire dove fossimo, quando entrammo in un negozio di dischi. Io già alquanto appassionato di musica e costantemente, inutilmente, aggrappato a una chitarra, uno di loro mi disse di scegliere un disco; cercammo e presi Thick As A Brick dei Jethro Tull. Una volta tornato in istituto, un altro rimase con me ad ascoltarlo, convenimmo sul giudizio (avrebbe richiesto almeno un altro ascolto e poi sarebbe stato molto apprezzato negli anni a venire) e poi se ne andò.
Tempo dopo, uno di loro venne a prendermi, mi accompagnò a casa sua, mi raccontò di avere fatto il Servizio Civile (allora alternativo al militare obbligatorio), ascoltammo musica a casa sua, cenai con la famiglia, dormii da loro e tornai in istituto il giorno dopo.
Non ho lanciato, credo, segnali di particolare apprezzamento verso quelle persone, e diverse altre, che hanno compiuto semplicissimi, grandi atti di generosità e gentilezza.
Ricordo con gratitudine il gesto, ho ancora quel disco.
La differenza si fa con le azioni. La normalità quotidiana può essere buona o cattiva, a seconda del numero di comportamenti buoni o cattivi. Valori non quantificabili, pasturazione nel mare di anime intorno, sperando di suscitare altro valore.