Grandi opere

I telegiornali parlano di “emergenza incendi”, con il tono che si potrebbe dedicare a fatti improvvisi e imprevisti. Ma che, non lo sapevano che d’estate i boschi s’incendiano? non succede ogni estate? e non sono quasi sempre dolosi?
Macché, ogni anno come se fosse la prima volta.
Allo stesso modo si sente commentare ogni inondazione, mentre da anni ormai ogni pioggia ne produce, fra una “emergenza siccità” e l’altra, durante le quali si parla di “emergenza idrica” in molti paesi e di danni all’agricoltura. Ogni telegiornale la fotocopia dell’anno precedente.
Tutto ciò ha in comune l’acqua: acqua che manca, che eccede, che serve con urgenza.
Con tutto il parlare di grandi opere, perché non si mette in cantiere la grande opera di dare acqua al nostro Paese?
Non sarebbe il caso di costruire cisterne, là dove serve raccogliere gli improvvisi eccessi? Grandi serbatoi interrati nei quali confluisca almeno un po’ di quell’acqua che altrimenti travolgerebbe abitazioni e persone.
Scorte da cui attingere per irrigare gli stessi campi quando, mesi dopo, avrà smesso di piovere.
I serbatoi servirebbero anche come fonte per lo spegnimento degli incendi, mediante tubazioni per condurla un po’ più rapidamente.
Poi servirà attivare una manutenzione efficiente, non al risparmio come usa e che poi conduce a disastri.
Si dovrà assumere personale qualificato; magari si potranno chiedere le qualifiche necessarie al sistema della formazione, creando una sinergia (benché mi urti usare un termine caro ai politicanti) che faccia bene a scuola e imprese.
Per tutto ciò si dovranno ascoltare i pareri degli esperti di idraulica e geologia, per una volta facendo quello che suggeriscono e non l’esatto contrario. Per una volta prendendo decisioni per la parola degli esperti e non per gli equilibri politici.
Si comincerebbe dagli acquedotti esistenti, affidando la cura e manutenzione, col tempo, alle ditte che dimostrassero di saper lavorare: comincerei escludendo tutte quelle che hanno già fatto lavori difettosi.
Poi si dovrebbero fare ricognizioni sulle aree adatte, anche qui sentendo gli esperti e non domandandosi che amici abbiamo in zona.
Si dovrebbero trovare fondi, certamente. Se ne trovano per salvare le banche e Alitalia, quindi non è un problema.
Nel frattempo, si dovrà vigilare perché i soldi vadano a buon fine, che le opere siano eseguite e bene, che non ci siano infiltrazioni mafiose.
Serviranno delle leggi fatte bene, per esempio stabilendo che una zona agricola non possa mutare destinazione per cinquant’anni dopo l’incendio; oppure istituendo zone di coltivazione destinate al ripopolamento dei parchi devastati.

Rispetto alle modifiche costituzionali, alla costruzione dell’ennesima autostrada, dell’ennesimo impianto sportivo, mi sembra un’idea allettante. Non un’azione fine a se stessa, colla speranza che dia utilità, ma un progetto complesso e capace di trasformare il Paese.

Sono solo idee raccolte genericamente, ma perdinci: non c’è un solo Ministero che abbia esperti, un solo Partito che abbia membri interessati, una sola associazione che possa elaborarne parte?

La città di Matera, finché durò, aveva un sistema di acque semplice ma adeguato alla popolazione; gli Inca costruirono strutture perfettamente drenanti e usarono abitualmente bacini per le esigenze idriche.
Noi, invece, orgogliosi membri del G7, ristretto gruppo dei Paesi più industrializzati del ventunesimo secolo, siamo costretti a sentire gli stessi telegiornali ogni anno.

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Uno che evidentemente ha ancora tempo libero...
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4 risposte a Grandi opere

  1. Maurizio Era ha detto:

    hai scordato l’emergenza dei rifiuti, e l’emergenza dei barconi, e l’emergenza del debito pubblico, e l’emergenza dei preti pedofili, e l’emergenza della disoccupazione, e l’emergenza delle carceri iperaffollate, e l’emergenza dell’approvazione del reato di tortura, e l”emergenza della prostituzione minorile o straniera, e l’emergenza de li mortacci loro…

  2. Miriam Bonazzoli ha detto:

    mi sembrano delle ottime idee. Manca però qualcosa, in Italia ma ormai anche non in Italia, manca l’intelligenza dello scopo. noi siamo un popolo molto intelligente (beh io no ma l’eccezione ci sta), ma questa intelligenza viene utilizzata per propri interessi e sia mai per il cosiddetto bene comune! visto che sei così intraprendente perché non la mandi ai giornali o a qualche deputato del partito che voti? e anche la connessione al passato è interessante quanto istruttiva, perchè non riprenderla in mano? anche gli acquedotti romani (cioè di casa nostra) in alcune zone sono funzionanti… la dice lunga. un ‘ultima cosa cosa: dì la verità che l’idea l’hai presa da Giuseppe figlio di Giacobbe, l’uomo più importante dell’Egitto di un tempo!

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