Sarà che lo sport non mi appassiona, sarà che non sento lo sci di fondo come tipico metodo di trasporto dei milanesi…
O forse sarà che temo sia un passo avanti nella progressiva trasformazione di un’altra città nell’ennesima vetrina per turisti.
Tempo fa mi domandavo perché si trovassero tanti stranieri da MacDonald’s, ma sono stato anch’io fregato in un locale con prezzi per turisti da spennare e da allora un po’ li giustifico: lì, almeno, non ti spennano.
Ma l’hamburger globale e l’acchiappagonzi sono appunto due estremi di un’ambientazione turistica che non c’entra con la città vera, a meno che non sia popolata di turisti. Temo il diffondersi delle condivisioni di appartamenti, i palazzi come la Torre Galfa trasformati in alberghi, le movide.
E un’altra cosa. Abbiamo intanto assunto un onere e sarà tutto da vedere che sia ripagato: ho in mente casi analoghi in altre città. Ci saranno dati nuovi impianti sportivi, probabilmente. Vorrei che ci fossero dati più maestri ma non vorrei essere accusato di benaltrismo.
Io temo lo sport come sistema di controllo sociale, ecco.
E questo amor di patria agli eventi sportivi: da un popolo che non sembra associarlo al bisogno di compiere il proprio dovere. Io il tricolore lo espongo il 2 giugno e non dopo una partita.
come non condividere? ciao
Cara mia attenta, puntuale, unica lettrice! 🙂