Si può gettare con forza tutto il proprio amore verso qualcuno, ma perché l’amore sia efficace deve instaurarsi una relazione; altrimenti, è un gettare monete in un pozzo senza fondo.
Può essere che si riesca, riempiendolo, a vedere questo fondo, a farlo giungere a portata e così seguire l’effetto di ogni successivo gettare ma, da solo, gettare amore non basta. Si può esaurire l’amore più forte, senza risposta, così come è inutile seminare in un terreno inaridito: bisogna che il ricevente si risvegli e il suo terreno divenga, se già non lo era, fertile.
Certe cose possono migliorare la fertilità di un animo e sicuramente l’esempio è fra queste: l’esempio di chi, ostinatamente o fiduciosamente o perché non sa darsi alternative, continua a seminare. Neanche questo basta, però, se manca il senso della reciprocità: per quanto ricevuto si deve dare indietro qualcosa e non è questione di contabilità ma di giustizia. La percezione dell’esempio può al contrario muovere a compiaciuti sensi di colpa, finti e improduttivi, oppure incancrenire una negatività presente.
Può essere, dicevo, che chi getta non sappia fare diversamente, perché non ha le risorse per trovarsi una sistemazione diversa, o per una invincibile convinzione. I comportamenti sono spesso ripetitivi anche quando non ci se ne rende conto e si instaurano meccanismi che inducono a reazioni abituali; per esempio: cogliere un disappunto e subito dare incoraggiamento. Ci si sente buoni o giusti nel farlo, a stimolare ciò che si pensa sia la giusta reazione, ma si rischia di produrre solo rifiuto alla proposta e stimolare, altrettanto meccanicamente, posizioni rigide. Due muri che cozzano finché uno o entrambi non crollano e, siccome la parte attiva fatica di più, è la parte che getta a perdere più energie fino a che non le rimane altra attività che il suo sempre più meccanico gettare, ogni creatività estinta. Un gettare che a quel punto non può produrre nulla.
L’amore adulto, intendo in senso anagrafico perché la testa ha età tutte sue, trova diversi inganni.
Non si può contrastare una fissazione. Chi è ossessionato da un fine, illusorio o reale, vicino oppure ormai svanito, tutto vuole tranne consolazione, se non allo scopo di riprendere fiato. Non è amore corrisposto; è andare al bancomat. Un’altra fissazione sono le dipendenze e qui non servono coccole ma cure.
Bisogna anche evitare che un sentimento si trasformi in immolazione inutile. Sarà anche celebrato Jan Palach, ma bruciare la propria esistenza per un sentimento è solo una forma complicata di suicidio dell’anima, senza che altri possa prendere il testimone per giungere alla vittoria.
Oppure, semplicemente: un amore fa di sé devoluzione per il bisogno altrui. Relazione le cui forme sono in gran parte determinate da un bisogno. Contrariamente a prima, questa può restare una relazione vera e possiamo in qualche modo parlare di reciprocità. Un amore che si consuma ma può non esaurirsi. Anzi, trova il modo di approfondirsi.
Caspita! Che belle cose che hai scritto!
Grazie, mia generosa amica.