La bimba ha ventidue mesi e un problema da operare, e poi da curare, e poi da operare nuovamente, e così per chissà quanto tempo.
Accoglie con un bel sorriso l’altra bimba più grande.
La giovane mamma, una donna bella e simpatica, fa tanta strada per casa e ospedali, dal marito e dai suoceri.
Dice un “povere mamme” che a me risuona come un proverbio, forse qualche reminiscenza delle mie parti di toscanità, come ad averlo già sentito dire, in tempi remoti. E mi pare una citazione, per come cade quasi inavvertito nel parlare.
Come è facile convenire con quell’espressione, suonata come non fosse ancora diventato sfogo ma certo è già constatazione!
Davvero: povere mamme.
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