No, io non declino l’invito.
Stasera, un servizio televisivo riportava che l’invito a intellettuali maschi ad esprimersi contro il femminicidio non sia stato accolto da nessuno degli interpellati. Ci sono anche rimasto male, sentendo lamentare il silenzio degli uomini sulle continue uccisioni di donne. Non ritengo di avere a rimproverarmi: non esprimo il mio dissenso o il cordoglio a fronte di tragedie continue. Non ricordo di essermi mai espresso sulle morti sul lavoro, sui bambini che muoiono di fame e di stenti, e sul mondo che va a rovescio in tanti modi. Non è il mio ruolo; l’irrilevanza di un articolo sul blog e di un post in qualche social anzi mi dissuade: mi sembra il classico caso dei quattro che fan di sì e dei dugento che dicono di no. Preferisco piccoli gesti, azioni concrete alla mia portata, senza battere grancassa.
Però no, se qualcuno lamenta il silenzio allora io, nel mio piccolo, lo rompo.
E dico che picchiare una moglie, perseguitare una fidanzata, minacciare una ex, sono atti da merde umane.
C’è una follia dilagante. La violenza umana, di donne e uomini, travolge passanti sconosciuti, bambini innocenti, donne indifese, ragazzi. La violenza sulle donne, fatto specifico, con cause proprie ed espressione di peculiari storture del pensiero e della mentalità sociale, si innesta in questo degrado complessivo.
Rifiuto la violenza contro le donne, con l’inciviltà che mostra e il pregiudizio che denuncia. E rifiuto la possibilità di essere apparentato, fosse pure per il silenzio, agli schifosi che la praticano.