Offrire alla meditazione l’immagine di una nascita; la vista di un bambino può intenerire anche qualche criminale incallitu. Una nascita nel disagio, lontano da casa, come dire in povertà. I bambini sono tanto trasparenti quanto poveri: hanno una logica ineccepibile, istintiva socialità, ma di quante cose mancano! Lo indicano le loro timidezze. Ci si intenerisce al pensiero di tutta la fatica che costa crescere, a quanto sono indifesi nei confronti di un mondo adulto che non capisce nemmeno sé stesso, figuriamoci loro.
Offrire alla meditazione altrui la fine di una persona giusta che, come spesso capita, dà fastidio a qualche potentato e quindi è ammazzata senza tanti complimenti. E il fatto che anche questo produce un pur perverso accordo fra i potentati suddetti, i quali non resteranno d’accordo a lungo; ma questo è una conseguenza della loro ingiustizia di fondo e non un limite di quella persona giusta.
Offrire alla meditazione la coincidenza di queste due figure: il bambino che nasce nella precarietà e la persona giusta che, proprio perché giusta, finisce male.
Offrire al pubblico ludibrio la circostanza che qualcuno faccia il tifo per quei bimbi, quei giusti, e si ostini a comportarsi come se il bene fosse più forte del male. Accettando smentite, accettando di farsi considerare persone stupide o peggio. Senza cedere a tentazioni di rivalsa, per non trasformarsi in uno di quei potentati che ecc. ecc.
Questo, senza tante devozioni e liturgie e madonne piangenti e commozioni ed estasi, e anche senza tanti regali e presepi e luminarie e alberi e babbi natali e mutandine rosse e jinglebells e letitsnow. Questo è Buon Natale. Tutte quelle altre cose sono soltanto Buone Feste.