Qui la canzone: The Man In The Bed di Dave Alvin.
Dedicata al mio babbo. Prima che arrivi a qualche altro Paradiso, spero che abbia potuto correre libero.
L’uomo nel letto non sono io
Ora sono scivolato fuori dalla porta e sto correndo libero
Giovane e selvaggio come sarò sempre
Ma l’uomo nel letto non sono io
E queste mani tremanti, non sono mie
Ora le mie mani sono sempre forti e ferme
Possono far oscillare una mazza o calmare un bambino che piange
Queste mani tremanti, non sono mie
Ora l’infermiera laggiù non lo sa
Che non sono un vecchietto indifeso
Avrei potuto spezzarle il cuore non molto tempo fa
Ora l’infermiera laggiù non lo sa
Che l’uomo nel letto non sono io
Perché sono scivolato fuori dalla porta e sto correndo libero
Giovane e selvaggio come sarò sempre
L’uomo nel letto non sono io
Sono l’uomo che sono sempre stato
Sono il ragazzo che ha cavalcato i binari durante la Grande Depressione
Ho combattuto nella Grande Guerra e ho marciato per l’Unione
Sono l’uomo che sono sempre stato
Quindi non credere a quello che dicono i dottori
Stanno solo inventando cose per essere pagati
Sì, e comunque non è di me che stanno parlando
Quindi non credere a quello che dicono i dottori
Perché l’uomo nel letto non sono io
Beh, sono scivolato fuori dalla porta e sono finalmente libero
Giovane e selvaggio come sarò sempre
No, l’uomo nel letto non sono io
No, l’uomo nel letto non sono io
No, l’uomo nel letto non sono io
La speranza è che la realtà non finisca in queste nostre esperienze sensibili, in queste vite inadeguate a soddisfare i nostri sogni.
Capisco l’aspirazione di questo vecchietto, ma non è reale e sarebbe terribile rimanere sempre come ce lo immaginiamo È pur vero che un figlio, al contrario, trattiene il ricordo migliore…ma anche qui è fuori dalla realtà!!
Comunque la poesia mi piace molto, è come una cantilena. Ciao