Capita che, in una famiglia, un nonno ritenga interessante leggere un articolo a proposito della scoperta di un nuovo pianeta del Sistema Solare; il pianeta ancora non ha un nome.
Capita che, a tavola, sia anche una bambina di 11 anni a cui la scuola aveva insegnato i nomi dei pianeti e l’antica mitologia.
Capita pure che questa bambina non percepisca la voce del nonno come un fastidioso rumore di fondo, ragioni sulla notizia e dica la sua: “Potrebbero chiamarlo Plutone”. È il nome di un’antica divinità e ancora non figura fra i nomi dei pianeti.
Capita che il nonno scriva in tal senso a un amico astronomo, che scrisse allo scopritore, che scelse di adottare il nome che il collega aveva ricevuto dal nonno che glielo aveva scritto, sentito dalla nipote che lo aveva suggerito (che al mercato mio padre comprò).
E così il nome di Venetia Burney ha un posticino nella storia dell’astronomia.
Viva le bambine sveglie.
Viva i nonni.
Viva le famiglie in cui si parla.
Viva l’astronomia.
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Bellissima! Non la conoscevo.