Pierre Hadot – Esercizi spirituali e filosofia antica.
A parte l’erudizione del testo, che lo porta ampiamente al di là delle mie forze, sono lieto perché mi conferma in un’idea che avevo, e cioè che un conto è lu filosofu, un conto è il parlare di filosofia.
“Poiché la sapienza, dice Diotima nel Convito di Platone, non è uno stato umano, è uno stato di perfezione nell’essere e nella conoscenza che può essere soltanto divino. È l’amore di questa sapienza estranea al mondo a rendere il filosofo estraneo al mondo.”
Io la dicevo così: Socrate non supererebbe nessun esame di filosofia. E Socrate risulta alquanto importante in questo libro.
In riferimento a lui, e al suo “so di non sapere” introduce la distinzione fra sofia e filo-sofia, tra conoscenza e amore per la conoscenza. Filosofu è chi ama la conoscenza, la cerca, la sollecita interrogando le persone e le cose.
Anche qui, mi vanto di un aforisma: la verità è una freccia che vola verso un bersaglio.
Purtroppo, fa molta differenza anche la strada che la freccia ha percorso. Se una freccia, conscia della situazione, dicesse all’attimo di fermarsi, tanto bello gli appare, essa non sarebbe più in volo, ma ferma nel proprio compiacimento. A poco varrebbe la strada fatta e la bellezza del punto raggiunto. E se una freccia smettesse di puntare lo scopo, ma si guardasse dietro a complimentarsi, ecco che mancherebbe il bersaglio.
Tensione continua, dunque, raggiungere un obiettivo e continuare a desiderarlo dopo averlo raggiunto, evitando sia l’appagamento che lo sconforto. È data infatti una via pressoché infinita da percorrere, ma è parte della sua bellezza: l’unica cosa che non finirà, quindi non può deludere.
La meta è la via, la risposta è la domanda. Un bootstrap cosmico.